Fondi per le isole minori italiane
Le piccole isole italiane hanno ancora poco più di un mese per richiedere gli aiuti economici previsti dal Fondo per la tutela e lo sviluppo delle isole minori. Il denaro dovrà essere speso per la salvaguardia ambientale, la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche, l'istituzione, l'incremento e il miglioramento dei servizi pubbliciIl 27 agosto è il termine ultimo per la presentazione delle domande per 
accedere al Fondo per la tutela e lo sviluppo delle isole minori. 
Con una legge del 2001 (la numero 448) è stato infatti istituito, presso il 
Ministero dell’Interno, un Fondo destinato alla salvaguardia ambientale e 
allo sviluppo economico e sociale delle isole minori.
Tutte le modalità per accedere al Fondo e il modulo di domanda sono 
contenute nel decreto del Ministero dell’Interno n. 163 del 15 Marzo 2004, 
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 149 del 28 giugno 2004. Il decreto 
contiene, inoltre, una serie di disposizioni che riguardano la finalità del 
fondo, i soggetti abilitati a farne richiesta, le modalità di erogazione del 
finanziamento, ecc.
In particolare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 
stabilisce che il Fondo sia destinato alle tipologie di interventi riguardanti il sostegno allo sviluppo produttivo, la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche, l'istituzione, l' incremento e  il miglioramento dei servizi pubblici.
Nell’ambito di queste tipologie, lo stesso decreto individua, poi, i seguenti 
settori di intervento:
a) attività di sostegno allo sviluppo produttivo;
b) tutela ambientale;
c) servizi a rete;
d) trasporti e telecomunicazioni;
e) servizi alla collettività;
f) sicurezza;
g) cultura e beni culturali.
I soggetti autorizzati a presentare la domanda per l’accesso al Fondo, 
secondo l’articolo 3 del decreto, sono individuati negli enti locali nei 
cui ambiti territoriali ricadono le isole minori. Questi possono richiedere il 
finanziamento, oltre che singolarmente, anche in forma associata.
Appare evidente che l’unione di due o più enti locali nella realizzazione di un 
progetto e nella connessa richiesta di finanziamento costituisce la forma di 
gestione ottimale per l’attuazione di interventi, sia per il risparmio di 
energie e di risorse che ne consegue, in quanto gli enti convogliano gli 
sforzi verso obiettivi comuni, sia per la maggiore ampiezza dei benefici che 
ne derivano a vantaggio di un territorio e di una collettività più estesi.