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|   | Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
 Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
 Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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| Chi fa la guerra non va lasciato in pace |  
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| Sono cadute le illusioni di chi confidava in una guerra lampo e "pulita". Questa è una guerra lunga, cruenta, devastatrice, che già oggi produce nuovi conflitti nell'area, in tutto il Medio Oriente, nelle società con la crescita dell'intolleranza, dell'odio etnico e religioso, del razzismo e dell'insicurezza. 
 Di fronte a questa tragedia, confermiamo il nostro obiettivo: fermare la guerra, subito. Ci affianchiamo nella richiesta e aderiamo alla Campagna internazionale di convocazione straordinaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite perché condanni l'aggressione di Bush e dei suoi alleati.
 
 Allo stesso modo, in Italia faremo il possibile per condannare e isolare il Governo che ogni giorno aumenta l'impegno del nostro paese nella guerra con atti concreti, come l'espulsione dei diplomatici iracheni su richiesta del governo Usa. E mentre partecipa di fatto alla guerra, il Governo si rifiuta di ottemperare ai suoi doveri di accoglienza verso i profughi di guerra.
 
 Noi continueremo a fare il possibile perché il nostro paese prosegua nella rivolta morale e civile contro la guerra e la sua logica. Faremo il possibile perché si esprima la più grande solidarietà con le vittime della guerra e con i profughi di guerra, on una campagna permanente per il diritto d'asilo ai profughi, contro il razzismo, per i diritti di cittadinanza.
 
 Faremo il possibile perché i cittadini non rimangano utenti passivi dell'informazione spettacolo di guerra, ma abbiano dati e strumenti per comprendere e giudicare i fatti, le cause, le conseguenze e le responsabilità di questa guerra. Lanciamo quindi un appello perché prosegua e si estenda la mobilitazione diffusa, capillare, spontanea e articolata che in maniera straordinaria si è diffusa in tutta Italia in questi primi giorni di guerra.
 
 Nelle prossime settimane la mobilitazione contro la guerra si articolerà in campagne permanenti da tradurre in azioni concrete:
 
 contro la guerra, per l'isolamento del governo degli Stati uniti e dei suoi alleati;
 contro la partecipazione italiana alla guerra voluta dal governo;
 contro l'uso delle basi, delle infrastrutture e dello spazio aereo per la guerra;
 contro le multinazionali della guerra;
 contro l'economia armata, la produzione armata e il commercio delle armi;
 per la solidarietà alle vittime di guerra e alla società civile irachena;
 per il diritto d'asilo ai profughi, contro il razzismo, per i diritti di cittadinanza;
 per i diritti del popolo palestinese e del popolo curdo.
 Comitato Fermiamo la guerra
 
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